mercoledì 12 gennaio 2011

DALLA PARTE DEI LAVORATORI - Sciopero Generale

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È necessario interrogarsi su come, quello che sta avvenendo alla FIAT, sia possibile, perché Marchionne pensa di poter varcare impunemente ogni limite dei diritti essenziali dei lavoratori e perché intorno ad essi non c’è stata fino ad oggi la necessaria solidarietà.
In tutti questi mesi la Fiat ha trovato una sola opposizione, quella della Fiom e dei Sindacati di Base; ha avuto dalla sua parte i sindacati complici (CISL, UIL e aggregati), tutta la destra e gran parte del centro sinistra.
Per quanto riguarda la CGIL, essa si è preoccupata solo di distinguersi dalla Fiom e di invitare i padroni italiani a una maggior “ragionevolezza” invitando Confindustria ad “adoperarsi” perché Marchionne rientri nell’alveo dei diritti costituzionali.
È una vergogna che le istituzioni, invece di stare coi lavoratori chiedendo alla Fiat il rispetto della Costituzione, dei diritti del lavoro, dei contratti collettivi, (tanto più dopo i miliardi pubblici che le sono stati dati), invitino i lavoratori a rassegnarsi adeguandosi alle richieste di Marchionne.
A Torino, il sindaco e vicesindaco, sono arrivati a dire che destino di Mirafiori e della città è nelle mani dei lavoratori. La verità è che il destino di Mirafiori e della città è lasciato nelle mani di una Fiat sempre più americana e che coloro che sono stati eletti per fare gli interessi dei cittadini sono sempre più i servi sciocchi e complici della azienda.
L’attacco della Fiat deve essere rigettato attraverso la mobilitazione più ampia possibile di tutte le lavoratrici e i lavoratori, nell’unità con i movimenti sociali scesi in lotta in questi mesi, con tutti i cittadini che sono consapevoli della gravità di quanto sta avvenendo. Sono in gioco fondamentali diritti del lavoro e insieme ad essi diritti costituzionali e civili essenziali di un Paese democratico.
Questi stabilimenti italiani, sono stati costruiti con il sudore e il lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori, sono stati mantenuti in piedi numerose volte, garantendo i profitti degli azionisti Fiat, attraverso un fiume di denaro pubblico.
Questi stabilimenti (da Termini Imerese a Mirafiori, da Melfi a Pomigliano) devono rimanere siti produttivi; non possono restare nella mani di un padrone che li concepisce solo come limoni di spremere. L’intervento pubblico si propone con forza e, di fronte alla crisi del settore e alle scelte produttive di Marchionne, sono necessari progetti importanti di riconversione in funzione della salvaguardia dei posti di lavoro e dei bisogni delle collettività locali.
Per questo serve un grande movimento, una grande mobilitazione per sconfiggere il disegno reazionario della Fiat, per unire tutti i lavoratori. Per questo serve chiaramente che tutti, in questi giorni, dicano da che parte stanno: o con i lavoratori o con la Fiat. Tutti devono essere consapevoli che la risposta va data oggi.
Lo sciopero dei metalmeccanici indetto dalla FIOM per il 28 gennaio, con la mobilitazione anche di alcuni Sindacati di Base, può diventare il primo atto di uno sciopero generale e generalizzato in cui si affermi la volontà di mandare casa Berlusconi e di sconfiggere Marchionne, la Confindustria, i sindacati complici e tutti coloro che sostengono politiche economiche e sociali antipopolari.

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