
Sono in duecentomila i partecipanti alla manifestazione azzurra per l’acqua pubblica, partita da Piazza della Repubblica e diretta a Piazza Navona, secondo gli organizzatori. Il corteo è aperto dallo striscione «ripubblicizzare l’acqua, difendere i beni comuni» e porta la sigla del Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Numerosi i gonfaloni dei comuni di città di tutta Italia. Sono molte le bandiere di partiti, da Sinistra ecologia e libertà, al Prc e ai verdi, dei sindacati [di base e confederali]. Sono tante anche le fasce tricolore: i sindaci hanno partecipato numerosi. «Gli enti locali, sia amministrati dal centrodestra che dal centrosinistra, sono al nostro fianco – spiega infatti il segretario del Forum movimenti per l’acqua, Paolo Carsetti – perché hanno capito che vengono espropriati anche loro di una importante competenza sancita dalla Costituzione».
Il corteo si oppone al decreto Ronchi approvato lo scorso novembre. Un decreto che privatizza definitivamente la gestione del servizio idrico stabilendo che la quota in capo al pubblico debba scendere progressivamente nei prossimi cinque anni. E’ proprio questo il punto, secondo i manifestanti, che va modificato perché apre alla mercificazione dell’acqua.
Sul camion in testa al corteo c’è uno striscione blu che recita: «L’acqua è un bene comune. Fuori l’acqua dal mercato! Fuori i profitti dall’acqua!». In coda al tir un enorme pallone blu da cui spunta un rubinetto che lascia ciondolare una goccia blu fatta da un palloncino.
Tanti gli slogan che i manifestanti portano addosso attraverso piccoli cartelloni appesi al collo con una goccia d’acqua parlante: «Liberami dalle multinazionali», «Acqua generosa gratuita, oggi ed ora ristoraci ancora», «Ce la vogliono dare a bere», «Sono un portatore d’acqua», «L’acqua è vita non è merce», «Acqua e terra beni comuni. Ribellarsi è giusto», «Chi controlla l’acqua controlla la vita», «Acqua pubblica senza se e senza Spa».
Dietro lo striscione di testa, che sta per giungere a Piazza Navona meta finale del corteo, c’è anche padre Alex Zanotelli che ha detto «Se nei prossimi mesi riusciremo a raccogliere le firme necessarie per far svolgere i tre referendum contro la privatizzazione dell’acqua e poi riusciremo anche a vincerli, sarà il primo colpo che verrà dato alla privatizzazione, che per ora sembra purtroppo vincere in tutto il mondo. A farne le spese sono come sempre i poveri e i deboli e se le cose continueranno così credo che ci saranno anche 100 milioni di morti per mancanza d’acqua nel Sud del mondo».
da: Carta
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