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Siamo sempre in attesa dell’incontro tra Sindaco e il Direttore Generale delle Poste di Bergamo che dia una risposta credibile e seria alle centinaia di cittadini di Nese (di sicuro ampiamente oltre il migliaio)che hanno sottoscritto l’appello spontaneo affinchè l’ufficio postale continui a rimanere a Nese.
I contorni della vicenda sono oramai noti: verso la fine di giugno, senza alcun preavviso alla popolazione, l’ufficio postale di Nese chiude i normali servizi per i cittadini (spedizioni, pagamenti, riscossione delle pensioni …) destinandolo a servizi per le imprese.
Enormi i disagi che si creano per una utenza di quasi 6000 persone che si ritrovano costrette ad utilizzare gli uffici postali di via Roma, in centro ad Alzano, che di colpo si accollano l’impegno di dover rispondere al doppio delle richieste precedenti. Chiunque sia stato in questo ufficio durante queste settimane si è accorto dell’enorme mole di lavoro a cui sono chiamati gli addetti postali e conseguentemente alle lunghe file che i cittadini devono fare.
La cosa interessante della vicenda è che i cittadini di Nese spontaneamente hanno attivato una raccolta di firme a sostegno della permanenza di questo importante servizio sul proprio territorio, trovando poi il sostegno di alcune forze politiche ed associazioni.
Sulla spinta di queste sollecitazioni anche il Sindaco si è mosso e, pur con un po’ di ritardo, ha avanzato la richiesta di un incontro con il Direttore generale delle Poste di Bergamo per capire se sia possibile evitare la chiusura dell’ufficio di Nese.
Siamo oltre le festività estive ma della data dell’incontro ancora non se ne sa nulla.
Compito principalmente dei cittadini è ora quello di seguire e se necessario sollecitare ulteriormente il Sindaco che si è assunto (d’altronde è suo dovere) il compito di richiedere nell’incontro con i dirigenti delle Poste risposte chiare e certe sulla riapertura dei servizi essenziali per i cittadini di Nese.
Una semplice riflessione intorno a questo caso. Quanto sta avvenendo non è frutto "dell'accanimento" di qualche dirigente postale. Piuttosto sta nella logica aziendale delle Poste Italiane che come qualsiasi azienda che deve fare profitto organizza i propri servizi in funzione del risultato economico da conseguire. Questo avviene per le Poste oltre che in altri ambiti da quando, negli ultimi vent’anni, si è passati a politiche di liberalizzazioni e privatizzazioni di servizi di pubblica utilità. Quindi le responsabilità di quanto sta avvenendo vanno ricercate anche in quelle parti politiche (Alzano è giusto governata da alcune di queste) che hanno fatto queste scelte in passato e che, malauguratamente, stanno facendo anche ora con la manovra finanziaria la quale prevede ulteriori interventi di liberalizzazioni e privatizzazioni di servizi pubblici.
Solo “l’acqua” non sarà privatizzata grazie alla vittoria referendaria di qualche mese fa.
Allora i cittadini italiani autonomamente senza ascoltare né Bossi né Berlusconi, nemmeno le titubanze di Bersani, manifestarono la ferma volontà al mantenimento pubblico dell’acqua; oggi i cittadini di Nese chiedono che l’ufficio postale riapra gli sportelli di un pubblico servizio tornando a funzionare come prima.
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