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La manovra economica del governo Berlusconi, che come alcune commedie tragiche assume aspetti addirittura farseschi, altro non è che l’azione devastatrice applicata al nostro Paese dei diktat della Bce e degli organismi sovranazionali che dopo aver salvato le banche, gli speculatori finanziari, i ricchi, ora scaricano i costi della crisi su di noi. Dall’aumento dei costi dei servizi che saranno privatizzati, alla libertà di licenziamento, dalla fine del contratto collettivo nazionale all’annullamento dello spazio del welfare e delle forme dirette ed indirette di redistribuzione della ricchezza verso il basso. Ed ancora il taglio dei finanziamenti agli enti locali ed alla spesa sociale che segnerà un ulteriore impoverimento dei soggetti sociali più deboli, l'attacco ai beni comuni, i tagli alla cultura e all'istruzione renderanno ancora più precarie le esistenze di milioni di persone.
Una manovra volta quindi a salvaguardare gli interessi dei poteri forti finanziari ed industriali che intendono perpetrare tutto l'insieme delle diseguaglianze sociali e dello sfruttamento che ha portato alla crisi.
Una manovra che rappresenta nel suo insieme un attacco alla democrazia, alla Costituzione e ai diritti in questo Paese e i cui costi sociali cadranno sulle spalle di chi sta già subendo gli effetti di un modello economico insostenibile ed in cui la crisi è diventato elemento permanente.
Questa crisi è esplosa con lo scoppio della bolla speculativa dei mercati americani e poi ha colpito i mercati di tutto il mondo, ma allora perchè la continuano a pagare lavoratori e studenti, precari e pensionati? Perchè si continua a ricorrere alla medicina del mercato per curare un’epidemia che proprio il mercato ha scatenato?
Ormai è chiaro come questa crisi sia strutturale, congenita al capitalismo finanziario, ma non solo.
È anche crisi sociale e politica: ad essere in crisi non è più solo il sistema della rappresentanza, il sistema della politica dei partiti, ma la sovranità stessa degli Stati, il ruolo dei governi e dei parlamenti nazionali. Le manovre finanziarie di tutta Europa sono state dettate dalla Banca Centrale e dai mercati e trascritte fedelmente dai vari governi: ciò che è successo a fine luglio ne è la riprova, una settimana di speculazione sul mercato è bastata a far scrivere la finanziaria lacrime e sangue che verrà votata i prossimi giorni in Parlamento.
ORA BASTA: è ora di reagire non vogliamo più pagare per loro.
Per questo in Italia il 6 settembre deve essere l’inizio di un percorso di radicalizzazione della mobilitazione contro la “supermanovra” e le politiche di austerità.
La Cgil ha proclamato lo sciopero generale di 8 ore in tutte le categorie per “modificare una manovra ingiusta e iniqua” in concomitanza con l’arrivo del decreto al Senato.
Usb e altri sindacati di base lanciano anch’essi otto ore di “sciopero generale e generalizzato” nella stessa giornata contro la “dittatura delle banche e dell’Unione europea”, aggiungendo tra le rivendicazioni della propria piattaforma il rifiuto, sacrosanto, dell’Accordo interconfederale del 28 giugno (sottoscritto anche dalla CGIL) che cancella praticamente il contratto nazionale e la possibilità per i lavoratori di scegliersi una rappresentanza sindacale.
La giornata del 6 settembre può diventare la prima occasione di una stagione di lotte per mettere insieme il movimento dei lavoratori nelle sue diverse articolazioni con i movimenti sociali che in questi mesi sono stati protagonisti delle battaglie per il cambiamento in questo Paese: dal “popolo dell’acqua”, ai giovani precari, dagli studenti al movimento delle donne.
Alcune le scadenze già proclamate: l’Assemblea nazionale convocata a Roma il 10 settembre da movimenti, forze sociali, sindacali, soggetti politici; ma anche la manifestazione dello stesso 10 settembre con proposta di “accampamento” a piazza San Giovanni. Dall’appuntamento del 1 Ottobre lanciato da quasi 1500 lavoratori, precari, delegati e militanti sindacali che hanno aderito all’appello “Dobbiamo fermarli” fino al 15 ottobre che, sull’onda dell’appello degli “indignados” spagnoli può diventare un grande appuntamento di lotta nazionale a Roma.
PARTECIPIAMO TUTTI ALLO SCIOPERO GENERALE DEL 6 SETTEMBRE !
E non sarà che l’inizio …
domenica 4 settembre 2011
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