martedì 19 ottobre 2010

L’ITALIA REALE – La povertà secondo la Caritas

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Secondo il rapporto Caritas l’incidenza della povertà relativa è cresciuta del +3,7% a differenza di quanto dice l’Istat che definisce i dati “stabili”.
Questo avviene, statisticamente, aggiornando la linea di povertà del 2008 sulla base della variazione dei prezzi tra il 2008 e il 2009 con un incremento del valore di riferimento che cresce a 1007, 67 euro.
Con questa operazione di ricalcolo, alzando la linea di povertà relativa di soli 25 euro mensili, circa 223 mila famiglie ridiventano povere relative: sono circa 560 mila persone da sommare a quelle già considerate dall`Istat (cioè 7 milioni e 810 mila poveri) con un risultato ben più amaro rispetto ai dati ufficiali: sarebbero 8 milioni e 370 mila i poveri nel 2009 (+3,7%)”. La povertà, per tale rapporto, si conferma un fenomeno che riguarda soprattutto il Mezzogiorno, le famiglie numerose, quelle con 3 o più figli (soprattutto se minori), quelle monogenitoriali e coloro che hanno bassi livelli di istruzione. Inoltre, sempre più famiglie, in cui uno o più membri lavorano, sono povere.
Accanto ai poveri ‘ufficiali’, ci sono poi le persone impoverite che, pur non essendo povere, vivono in una situazione di forte fragilità economica. Sono persone che, soprattutto in questo periodo di crisi, hanno dovuto modificare, in modo anche sostanziale, il proprio tenore di vita, privandosi di una serie di beni e di servizi, precedentemente ritenuti necessari. Il fenomeno è confermato anche da alcuni dati: nel 2009 il credito al consumo è sceso dell`11%, i prestiti personali hanno registrato un -13% e la cessione del quinto a settembre 2009 ha raggiunto il +8%. Facendo una media di questi indicatori, si può calcolare un 10% in più di poveri, da sommare agli oltre 8 milioni stimati.

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