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L’annunciata manovra “salva Italia”è arrivata e si presenta con un “rigoroso” attacco ai più deboli e con ipocrita retorica dell'equità che nasconde una gigantesca truffa ai danni di lavoratori, lavoratrici e pensionate/i.
Così il governo “tecnico” presenta la manovra più politica che si ricordi – con l’obiettivo di dare un preciso segnale ai "mercati": questo Paese punta a spremere tutto quello che è possibile dai soggetti più deboli e non toccherà in nessun modo le rendite, i profitti, gli interessi che quei mercati presidiano e difendono.
I provvedimenti racchiusi nella manovra vanno tutti in questa stessa direzione:
- aumento dell’età per andare in pensione portando da subito l’età pensionabile a 42 anni e un mese, prevedendo che cresca di un altro mese ogni anno futuro; ci si accanisce ancora con le donne che oltre alla fatica del lavoro domestico e di cura, si vedono aumentare a tappe accelerate l’età per la pensione di vecchiaia: nel 2012 sarà a 62 anni, a 66 entro il 2018, per poi aumentare fino a oltre i 70 anni.
- peggioramento degli assegni pensionistici portando tutti al contributivo diminuendo pensioni già basse e bloccando la rivalutazione delle pensioni al costo della vita sopra i 935 euro lordi(forse qualcosa in più dopo il dibattito parlamentare);
- riproposizione dell’Ici e aumento delle rendite catastali con un iniquo intervento sulla prima casa che colpirà pesantemente le famiglie italiane;
- liberalizzazione di interi settori dei servizi nonostante 27 milioni di italiani abbiano votato al referendum contro le privatizzazioni dell’acqua e dei servizi pubblici locali;
- rilancio delle grandi opere, inutili e costose, come la Tav e il ponte sullo stretto di Messina;
- un ulteriore taglio su Regioni ed Enti Locali: altri 5 miliardi da subito e 6,5 dal 2012. Sono tagli agli asili nido, alla non autosufficienza, alle politiche abitative e del lavoro. E’ messa in discussione sempre di più la sanità pubblica, già colpita da tagli per 13 miliardi al 2014;
- nessuna riduzione delle spese militari sia sulle missioni di guerra in corso sia sulle folli spese per armamenti (cacciabombardieri F35 che ci costeranno 15 miliardi di euro);
- nessuna patrimoniale ed una impalpabile sovratassa sui capitali scudati di un misero 1,5%. Con una patrimoniale progressiva a partire dall’1% sopra il milione di euro si potevano e possono reperire 20 miliardi di risorse colpendo solo il 5% della popolazione più ricca. Con una sovratassa sui capitali scudati del 15% e non dell’1,5% si potevano e possono reperire 15 miliardi, colpendo i grandi evasori e le loro attività illecite.
In questo modo il governo mette in luce la sua natura politica, che ha il volto delle banche e della finanza che immediatamente hanno festeggiato il suo insediamento.
L’appoggio unanime di centrodestra e centrosinistra (a parte la subdola “opposizione” della Lega Nord che cerca di approfittare di questa “intesa nazionale” per rifarsi il trucco...) rende ancora più pericolosa l’operazione politica di Monti-Napolitano, perché cerca di affermare l’esigenza dell’“unità nazionale” di fronte alla crisi e del carattere “necessario e indifferibile” dei sacrifici.
La scelta del PD di schierarsi in prima fila in questa operazione è altrettanto significativa della natura di questo “partito naturale di governo”, sordo ai bisogni delle classi più deboli e di una qualsiasi alternativa politica di sinistra.
Le scelte del governo Monti-Napolitano richiedono un impegno forte di tutta l’opposizione politica e sociale per rilanciare un’iniziativa unitaria e di massa contro il governo e contro le politiche di austerità.
Unità dal basso, senza scorciatoie politiciste, capace di coinvolgere quelle lavoratrici e lavoratori, pensionate/i, giovani precari/e e studenti che avevano riempito le strade di Roma il 15 ottobre per affermare il rifiuto delle politiche di austerità e delle nuove liberalizzazioni, per ribadire la scelta del non pagamento del debito illegittimo e del recupero delle risorse necessarie ad un nuovo welfare e alla difesa degli interessi delle classi più deboli con il taglio delle spese militari, la cancellazione delle grandi opere inutili e dannose, il recupero dell’immensa evasione fiscale....
Unità dell’opposizione che può e deve partire da un vero sciopero generale e generalizzato capace di dare una risposta ferma e forte alla manovra del governo e alla sua stessa natura politica.
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