Siamo le giovani e i
giovani che lavorano a nero, precari, per 800 euro al mese perché ne hanno
bisogno, che spesso emigrano per trovare di meglio. Siamo lavoratori e
lavoratrici sottoposte ogni giorno a ricatti sempre più pesanti e offensivi per
la nostra dignità. Siamo disoccupate, cassaintegrate, esodati. Siamo i
pensionati che campano con poco anche se hanno faticato una vita e ora non
vedono prospettive per i loro figli. Siamo le donne che lottano contro la
violenza maschilie, il patriarcato, le disparità di salario a parità di lavoro.
Siamo le persone LGBT discriminate sul lavoro e dalle istituzioni. Siamo
pendolari, abitanti delle periferie che lottano con il trasporto pubblico
inefficiente e la mancanza di servizi. I malati che aspettano mesi per una
visita nella sanità pubblica, perché quella privata non possono permettersela.
Gli studenti con le scuole a pezzi a cui questo paese nega un futuro. Siamo le
lavoratrici e i lavoratori che producono la ricchezza del paese.
Ma siamo anche quelli
che non cedono alla disperazione e alla rassegnazione, che non sopportano di
vivere in un’Italia sempre più incattivita, triste, impoverita e ingiusta. Ci
impegniamo ogni giorno, organizzandoci in comitati, associazioni, centri
sociali, partiti e sindacati, nei quartieri, nelle piazze o sui posti di
lavoro, per contrastare la disumanità dei nostri tempi, il cinismo del profitto
e della rendita, le discriminazioni di ogni tipo, lo svuotamento della
democrazia.
Crediamo nella
giustizia sociale e nell’autodeterminazione delle donne, degli uomini, dei
popoli. Pratichiamo ogni giorno la solidarietà e il
mutualismo, il controllo popolare sulle istituzioni che non si curano dei
nostri interessi. In questi anni abbiamo lottato contro i licenziamenti, il
Jobs Act, la riforma Fornero e quella della Scuola e dell’Università; contro la
privatizzazione e i tagli della Sanità e dei servizi pubblici; per la difesa
dei beni comuni, del patrimonio pubblico e dell’ambiente da veleni,
speculazioni, mafie e corruzione, per i diritti civili; contro le politiche
economiche e sociali antipopolari dell’Unione Europea; contro lo stravolgimento
della Costituzione nata dalla Resistenza e per la sua attuazione. Per un mondo
di pace, in cui le risorse disponibili siano destinate ai bisogni sociali e non
alle spese militari. E ogni giorno ci impegniamo a costruire socialità, cultura
e servizi accessibili a tutte e tutti.
Abbiamo deciso di
candidarci alle elezioni politiche del 2018. Tutte e tutti insieme.
Perché questo pezzo di paese escluso è ormai la maggioranza, e deve essere
ascoltato. Perché se nessuno ci rappresenta, se nessuno sostiene fino in fondo
le nostre battaglie, allora dobbiamo farlo noi. Perché siamo stanchi di
aspettare che qualcuno venga a salvarci…
Abbiamo deciso di
candidarci per creare un fronte contro la barbarie,
che oggi ha mille volti: la disoccupazione, il lavoro che sfrutta e umilia, le
guerre, i migranti lasciati annegare in mare, la violenza maschile contro le
donne, un modello di sviluppo che distrugge l’ambiente, i nuovi fascismi e
razzismi, la retorica della sicurezza che diventa repressione.
Abbiamo deciso di
candidarci facendo tutto al contrario. Partendo dal basso,
da una rete di assemblee territoriali in cui ci si possa incontrare, conoscere,
unire, definire i nostri obiettivi in un programma condiviso. Vogliamo
scegliere insieme persone degne, determinate, che siano in grado di far sentire
una voce di protesta, che abbiano una storia credibile di lotta e impegno, che
rompano l’intreccio di affari, criminalità, clientele, privilegi, corruzione.
Potere al Popolo
significa costruire democrazia reale attraverso le
pratiche quotidiane, le esperienze di autogoverno, la socializzazione dei
saperi, la partecipazione popolare. Per noi le prossime elezioni non sono un
fine bensì un mezzo attraverso il quale uscire dall’isolamento e dalla
frammentazione, uno strumento per far sentire la voce di chi resiste, e
generare un movimento che metta al centro realmente i nostri bisogni.
Un movimento di
lavoratrici e lavoratori, di giovani, disoccupati e pensionati, di competenze
messe al servizio della comunità, di persone impegnate in associazioni,
comitati territoriali, esperienze civiche, di attivisti e militanti, che
coinvolga partiti, reti e organizzazioni della sinistra sociale e politica,
antiliberista e anticapitalista, comunista, socialista, ambientalista,
femminista, laica, pacifista, libertaria, meridionalista che in questi anni
sono stati all’opposizione e non si sono arresi.
La televisione chiama
“sinistra” un ceto politico che ha fatto politiche antipopolari indistinguibili
dalla destra. Noi vogliamo unire la sinistra reale, quella invisibile ai media,
che vive nei conflitti sociali, nella resistenza sui luoghi di lavoro, nelle
lotte, nei movimenti contro il razzismo, per la democrazia, i beni comuni, la
giustizia sociale, la solidarietà e la pace.
Affronteremo questa
campagna elettorale con gioia, umanità ed entusiasmo. Con la voglia di
irrompere sulla scena politica, rivoltando i temi della campagna elettorale.
Non abbiamo timore di fallire, perché continueremo a fare – prima, durante e
dopo l’appuntamento elettorale – quello che abbiamo sempre fatto: essere attivi
sui nostri territori. Perché ogni relazione costruita, ogni vertenza che avrà
acquisito visibilità e consenso, ogni persona strappata all’apatia e alla
rassegnazione per noi sono già una vittoria. Non stiamo semplicemente
costruendo una lista, ma un movimento popolare che lavori per un’alternativa di
società ben oltre le elezioni.
Insieme possiamo
rimettere il potere nelle mani del popolo, possiamo cominciare a decidere delle
nostre vite e delle nostre comunità. Chi accetta la sfida?
#accettolasfida
#poterealpopolo
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